Domande difficili: “Mamma, papà…Ma Babbo Natale esiste davvero?”
I bambini sono dei veri specialisti quando si tratta di mettere in crisi gli adulti. Ma questa è davvero una di quelle domande che coglie sempre impreparati: anche il genitore più informato e disinvolto rimane colpito ed esita per qualche istante.
Ma perché è così difficile rispondere a questo interrogativo? E, soprattutto, perché fa sorgere un groviglio di emozioni difficili da sciogliere e decifrare?
L’età anagrafica del bambino conta poco. Sia che la domanda provenga da un bimbo piccolo di 5-6 anni oppure che giunga da uno più grande, la reazione è sempre la stessa. L’adulto vacilla. Si è contemporaneamente contenti, orgogliosi, dispiaciuti, nostalgici, preoccupati, sorpresi e increduli per la rapidità con cui il tempo sia trascorso.
Eppure bisogna rispondere.
Innanzitutto dobbiamo riflettere su che cosa ci stia chiedendo davvero il bambino ponendoci questo interrogativo. Quando il bambino arriva a porre questa domanda all’adulto, in realtà ha già trovato da solo la risposta. Con il procedere dello sviluppo cognitivo il bambino transita da una forma di pensiero magico, tipico dei più piccoli, a una forma di pensiero più articolato, all’interno del quale i nessi logici si fanno più stringenti e le cause e gli effetti sono maggiormente legati da vincoli di necessità.
A un certo punto nel bambino si instaura una dissonanza cognitiva che non gli dà tregua: come è possibile per una singola persona, e per giunta in un’unica notte, consegnare regali a tutti i bambini del mondo? Come fa una slitta trainata da renne a volare nel cielo? Come può Babbo Natale conoscere il comportamento dei bambini e decidere se i regali sono meritati?
Ripensando a quanto gli è stato raccontato fin da quando era molto piccolo, il bambino a un certo punto, si rende conto che l’impianto logico dell’intera vicenda non sta in piedi e un po’ alla volta arriva a sospettare che si tratti di un bel racconto. Più il bambino ci ragiona e più il sospetto si trasforma in una consapevolezza: la questione Babbo Natale è un’invenzione per bambini “piccoli” pensata dagli adulti. E lui ora è grande! Con un po’ di dispiacere, il bambino si convince di aver creduto per tanto tempo a qualcosa di bello che sapeva di magia, di felicità, di stupore, ma che, oramai lo ha capito, non corrisponde a quanto accade realmente.
A questo punto non resta che chiedere conferma agli adulti, a quelli che il bambino sa essere fidati, sinceri, autorevoli: i genitori e, a volte, gli insegnanti.
La vera domanda cui rispondere è allora: “ Mamma, papà sono corrette le mie conclusioni?”
I bambini hanno bisogno, come gli adulti, di verità. Si impegnano a dare un senso alla vita e al mondo attraverso riflessioni, ripensamenti, interrogativi. L’adulto sa di non poter ostacolare questo processo: anzi, il fatto che un bambino si ponga interrogativi complessi è un indicatore che lo sviluppo psicologico procede correttamente e quindi è qualcosa di cui rallegrarsi con il giusto orgoglio. Eppure si diventa un po’ malinconici di fronte al bambino che “ha scoperto” la verità, spiace pensare che sia uscito da quella fase dell’infanzia in cui la magia fa parte della vita, dove tutto è possibile e le contraddizioni non sono un problema. Per questo si ha la tentazione di trattenerlo ancora un po’ in quella dimensione fatata, cercando di posticipare la durezza della realtà.
Viene il dubbio che in questo caso potrebbe essere lecito mentire…in fondo sarebbe una bugia a fin di bene. D’altra parte, ormai il bambino ha capito e non è possibile tornare allo stadio di credenze precedenti.
Dunque, cosa rispondere?
Per risolvere il dilemma, è necessario farsi carico seriamente della domanda per trovare una risposta altrettanto seria. Babbo Natale esiste?
La risposta seria potrebbe essere formulata più o meno in questo modo: sì, Babbo Natale esiste nel mondo dell’immaginazione e no, Babbo Natale non esiste nel mondo della realtà. Mondo della realtà e mondo dell’immaginazione sono mondi ugualmente importanti e che hanno uguale dignità: infatti per essere persone complete (e felici) dobbiamo abitarli entrambi.
Avere una buona immaginazione ci permette di essere creativi, di sperimentare punti di vista alternativi, di prepararci a eventi che non sono ancora avvenuti, di simulare soluzioni. L’immaginazione fa parte dell’intelligenza.
Il mondo dell’immaginazione è un mondo fatto di sfumature, di elementi instabili, di sogni, di visioni, di contenuti mutevoli e contraddittori e proprio per questo è profondamente ricco. È un mondo però che va difeso e tutelato dalle incursioni aggressive del mondo della realtà perché è strutturalmente più fragile: è fatto di pensieri ed emozioni e non di concretezza. Mondo reale e mondo dell’immaginazione sono mondi diversi, che a un certo punto della crescita, si percepiscono proprio come distinti e separati.
La domanda del bambino arriva proprio con il sopraggiungere di questa percezione. Quindi la risposta non può che rimandare proprio a questa separazione. Ma c’è un prima, quando il bambino non ha dubbi. È il tempo in cui magia e esistenza convivono senza difficoltà.
Per tutto questo periodo non è fondamentale far incontrare ai bambini un “reale” Babbo Natale, perché il bambino abita lo stesso mondo incantato di Babbo Natale e non ha bisogno degli stratagemmi pensati dagli adulti per avvicinare forzatamente mondo della realtà e mondo della fantasia. Il “reale” Babbo Natale costruito dagli adulti (lo zio, il vicino di casa, l’amico del nonno… addirittura il papà o il nonno stessi!!) quasi sempre non inganna: per quanto il travestimento sia preciso esso non convince mai del tutto i bambini. E’ sufficiente un dettaglio: l’espressione del viso, le scarpe, il tono della voce.
Come dice il Piccolo Principe, i bambini si stufano a spiegare tutto agli adulti, e così per accontentarli partecipano al gioco.
L’incontro con un Babbo Natale “reale” delude sempre un po’, come quando al cinema si assiste alla trasposizione di un libro che abbiamo amato. Il film non è mai all’altezza della nostra immaginazione. E così il Babbo Natale “reale” rispetto al vero Babbo Natale, quello della fantasia, è sempre imperfetto.
Babbo Natale abita il mondo dell’immaginazione che è appunto un mondo sfumato e lontano. Possiamo alimentare il mondo dell’immaginazione dei nostri bambini aiutandoli a scorgere i segni di questo mondo che possono essere appunto solo sfumati e lontani. Si tratta di segni deboli: le impronte nella neve, una lucina in lontananza, una musica lieve. Il resto sarà aggiunto direttamente dalla fantasia del bambino.Il mondo dell’immaginazione non è mai sfacciato e ci obbliga a essere rispettosi. Non vuole essere contaminato: le cose concrete appartengono al mondo reale, e lì vanno lasciate.
In fondo non è necessario che tutto abbia una dimensione concreta.
Quindi non è essenziale incontrare un concreto Babbo Natale, perché questo sarà un incontro, pensato e programmato dagli adulti nel mondo reale. È di fatto un attacco al Babbo Natale della fantasia, che è unico, irripetibile e assolutamente personale, diverso da qualsiasi Babbo Natale “reale”. Ed è quello cui torneranno con il pensiero i nostri bambini quando da adulti avranno bisogno di riassaporare la magia dell’infanzia.
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